L'itinerario inizia dall'atrio del Liviano, dove i visitatori vengono accolti da Giuditta Scalini, scultrice, moglie del pittore Massimo Campigli, che aiutò creativamente e fattivamente il marito nell'esecuzione dell'opera avvenuta, nonostante le difficoltà, in soli cinque mesi, nell'autunno-inverno 1939. La donna, in abiti da cantiere e con i progetti in mano come è ritratta nell'affresco, con Gio Ponti, l'architetto che ha progettato fin nei minimi particolari l'edificio voluto come sede di alcuni istituti della facoltà di Lettere dell'Università di Padova dal rettore Carlo Anti (entrambi sono raffigurati nell'affresco). Il dialogo si sofferma sugli elementi ispirativi dell'opera, sulle ragioni della scelta tematica e stilistica di Campigli e sulle difficoltà dell'esecuzione, condotta in soli cinque mesi.
Quando Ponti esce di scena compare Tito Livio, raffigurato nell'affresco di Campigli mentre si rivolge a un folto gruppo di studenti e nella scultura di Arturo Martini. L'autore classico si sofferma a illustrare le varie scene dell'affresco e sulla scultura che lo mostra in una posizione inconsueta, rannicchiato. Quindi si dirige verso la sede del museo di Scienze archeologiche e d'Arte, dove lo attende Minerva, raffigurazione della Sapienza, effigiata in una delle statue della collezione.
Il dialogo evidenzia i caratteri della collezione, frutto della donazione di Antonio Vallisneri junior all'università di parte della raccolta di Marco Mantova Benavides, cinquecentesco docente universitario di diritto, autore di un Epitoma virorum illustrium, che compare per illustrare lo spirito con cui ha raccolto i reperti qui presentati. In particolare si sottolinea: l'apprezzamento di Marco per i bozzetti, il materiale preparatorio o di studio, i calchi dall’antico ma anche dei maestri moderni che costituivano strumenti di lavoro e di studio nella bottega degli artisti del tempo come Domenico Campagnola e Stefano dall'Arzere; l'importanza della raccolta di busti e teste di uomini illustri coltivata dagli umanisti padovani di metà Cinquecento che è all'origine ideativa del ciclo degli uomini illustri nella sala dei Giganti; il sodalizio di intellettuali e artisti che il Benavides radunò attorno a sé come mecenate che si avvale della collezione come guida alla formazione del gusto; l'interesse del Mantova Benavides per le antiche testimonianze locali, documenti dell’alta antichità della propria terra.
In connessione con quanto detto, Marco Mantova Benavides guida il gruppo nella Sala dei Giganti dova trova Fina de' Buzzacarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, colui che commissionò all'amico Francesco Petrarca, autore del De Viris Illustribus, il soggetto della prima decorazione pittorica della Sala dei Giganti, o degli eroi, salone dell'antica reggia carrarese, che dopo la caduta della signoria padovana andò via via degradandosi fino ad essere sostituita dai nuovi affreschi commissionati da Girolamo Corner, capitano di Padova, tra il 1539 e il 1541 ai pittori padovani Domenico Campagnola, Stefano Dall’Arzere e Gualtiero Padovano.
LIVIANO
di Carlo Bertinelli
con Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli
Biglietto ridotto € 10 (bambini fino a 5 anni e disabili con 1 accompagnatore)
Prenotazione obbligatoria contattando il Centro prenotazioni siti culturali e museali dell'Università di Padova: 049.8273939 (tutti i giorni 9-17) - tour@unipd.it
Vendita dei biglietti a partire dalla settimana del 3 novembre